mercoledì 26 gennaio 2011

mostro

Ho pensato di parlare di qualcosa di generale:
Un mostro è - in senso molto ampio - un essere vivente a cui sono attribuite una o più caratteristiche straordinarie, per le quali si discosta enormemente rispetto ad altri considerati nella norma, "ordinari". Il termine mostro ha in genere una connotazione negativa.

La parola stessa (dal latino monstrum, da monere) significa "portento", "prodigio", e può assumere sfumature ambivalenti.

Se inteso in senso positivo, o perlomeno ambiguo, il mostro è accostabile ai mirabilia, ai freak e ai cosiddetti "fenomeni da baraccone"; se inteso invece in senso negativo, si carica - secondo il contesto - di una valenza fisica o morale. "Mostro", dunque, può essere definito sia chi presenta deformità anatomiche sia chi si comporta in un modo disumano; le due caratteristiche possono inoltre coesistere o essere anzi strettamente legate, secondo il modello greco contrapposto al καλός καί ἀγαθός ("bello e buono").
Da tale legame, tra l'altro, deriva il significato dato dalla cronaca nera, che per "mostro" intende un criminale i cui delitti, spesso a sfondo sessuale o inerenti a pratiche che violino radicati tabù come la pedofilia o il cannibalismo, sono particolarmente efferati (il "Mostro di Firenze", il "Mostro di Rostov", il "Mostro di Milwaukee" ed il "Mostro di Marcinelle").

Un'accezione particolare è infine quella di "mostro" come "prodigio", "persona particolarmente dotata", con riferimento di solito a un dato settore o a una certa attività. A volte, in questo significato è presente anche un vago sentimento di timore quasi reverenziale nei confronti di chi è definito, ad esempio, un "mostro di bravura". Tale sfumatura è presente già in Petrarca, con riferimento alla figura femminile angelicata: "O de le donne altero e raro mostro"[1].

A parte va poi considerata l'espressione "mostro sacro", riferita a una persona, un animale o un oggetto tenuti in tale considerazione da non poter essere criticati o attaccati, sino a diventare - talvolta - un tabù.

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